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  1. SM4900
  2. SM4890
  3. SM4880

SACRO

FRANCESCO CIGANA (Francesco Cigana, Nina Baietta, Gli Antenori, Mirio Cosottini)
Francesco Cigana _ percussioni selezionate _ conduzione

Ospiti:
Nina Baietta _ voce (brano 01)
Gli Antenori _ coro maschile (brano 01)
Mirio Cosottini _ tromba (brano 08)

Dalla bella presentazione dello stesso Cigana: "Sacro è il secondo disco in solo di Francesco Cigana. Sacro rappresenta l’unica continuazione possibile di Anaesthetic (Setola di Maiale 2019, vedi SM3950), la sua naturale evoluzione e sviluppo.
Suono che si forgia, cerca di articolarsi in una materia comprensibile, in melodie, in cadenze, in versi, eppure ancora sfugge, si ribella, resiste, si frammenta.
E quello che per noi è un fischiettio spensierato altrove è una lode funebre, e vi sono strumenti che abbattono città intere, giocattoli che sono divinità annoiate, suoni sintetici ma fatti di vetro e acqua, orchestre gioiose di solo due strumenti, follie scatenate che sono preghiere, benedizioni roventi e parole che affidano il proprio senso ad altri tempi, ad altri luoghi, altri mondi, sommersi, dimenticati, lontani. E’ il sacro che si manifesta, nella sua devastante forza e follia, ineluttabile, puro e più che crudele, perché non conosce la crudeltà.
Il realizzarsi di un evento inevitabile è forse uno degli inganni peggiori della nostra condizione umana. Paradossalmente cerco di suonare solo musica che non posso evitare.
E chissà tu cosa vedi, se vedi, e cosa senti, se senti."

“(…) Tutti noi coltiviamo un’idea differenziata della sacralità e dell’aldilà. Il percussionista Francesco Cigana, per esempio, ve ne offre una di sacralità che è carica di mutamento e simbolismo. Nel suo nuovo solo (il secondo per Setola) intitolato idiomaticamente Sacro, Cigana utilizza una serie di espedienti e accorgimenti sonori che dovrebbero costituire reagenti utili per raggiungere la comprensione del divino o anche instaurare un legame invisibile con le persone care scomparse. In Sacro, Cigana ci vuole rendere consapevoli che la realtà sonora, nella sua piena completezza acustica e articolazione, può essere captata in diverso modo; un suono ridondante o il rumore di un qualsiasi oggetto raccolto nell’universo sonoro possono essere elementi di trasmutazione in ‘note’, ‘melodie’ o anfratti armonici, forgiando una comprensibilità estetica che può essere giudicata secondo criteri che riflettono una realtà interiore. Nelle note che accompagnano Sacro Cigana afferma senza indugio che “...quello che per noi è un fischio spensierato altrove è una lode funebre e ci sono strumenti che distruggono intere città, giocattoli che sono divinità annoiate, suoni sintetici ma fatti di vetro e acqua, orchestre gioiose di soli due strumenti, follie scatenate che sono preghiere, benedizioni ardenti e parole che affidano il loro significato ad altri tempi, altri luoghi, altri mondi, sommersi, dimenticati, lontani. È il sacro che si manifesta, nella sua forza devastante e nella sua follia, ineluttabile, puro e più che crudele, perché non conosce crudeltà...”.
In questa super poetica definizione del proprio lavoro Cigana ci fa capire che è possibile un transfert, qualcosa che implica l’importanza di un animismo tangibile in qualsiasi oggetto e della presenza di un ‘interlocutore’ divino, qualcuno che faccia da tramite tra i tutti i suoni e la comprensione dell’aldilà. Senza andare a scomodare sciamani e medium, per realizzare il transfert è necessario essere solo sensibili musicisti e scovare combinazioni musicali accettabili: su questo verte Sacro, 8 pezzi che incorporano una ricerca sonora sulle percussioni, fatta di tecnica estensiva e attenzione al suono, partendo dalle evoluzioni di spazzole ed oggetti rotanti sulla pelle di tamburi e rullanti, continuando con cimbali sospesi rotanti e largo uso di oggetti infantili (una sorta di massagiagengive, giochini in plastica, resti di filati di carta e fischietti), finendo a strutture metalliche altamente risonanti. L’apertura e chiusura del lavoro sono i momenti espliciti della linea filosofica di Cigana: infatti, in Mother’s Tongue, brano di apertura di Sacro, Cigana dispone una speciale conduction, con un coro maschile ‘puntato’ su un’armonia (gli Antenori) e la voce di Nina Baietta che pronuncia senza filo logico le frasi ‘il libro delle rose’ o ‘fare cyclette’ assieme ad una conta fino a 10; il finale è invece oggetto di sovrapposizioni della tromba di Mirio Cosottini; in entrambi in casi il messaggio subliminale è chiaro, le rose hanno un significato sacrale che, a seconda del loro colore e della tradizione religiosa corrisposta, risponde all’amore, alla purezza o alla devozione; il ‘fare cyclette’ è un modo per migliorare la resistenza fisica, così come contare fino a 10 è un esercizio che migliora la comprensione ma soprattutto serve per frenare l’impulsività; la tromba di Cosottini in Gerico è poi volontà di costruire una rigenerazione musicale, ridare una vista alla musica. E’ bellissimo ascoltare Cigana quando ammette un senso di ‘sottomissione’ della musica, una musica che è innegabilmente libera e spontanea.” Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2025.

"(...) In Sacro, percussionist Francesco Cigana invites listeners into a realm where sound transcends mere auditory experience, becoming a conduit between the mortal and the divine. This album is not just a collection of tracks; it's a ritualistic journey that blurs the lines between music, spirituality, and existential inquiry.
Cigana, known for his explorations in acoustic improvisation, assembles an ensemble that includes vocalist Nina Baietta, the male choir Gli Antenori, and trumpeter Mirio Cosottini. Together, they craft a sonic tapestry that weaves together elements of free jazz, ritualistic chants, and avant-garde experimentation.
The album opens with "Mother's Tongue", a piece that sets the tone for the ensuing journey. Baietta's haunting vocals intertwine with percussive elements, creating an atmosphere that is both intimate and otherworldly. Tracks like "Ombakero Oruyaveze" and "Mughetto Efedrina" showcase Cigana's ability to manipulate rhythm and texture, leading listeners through landscapes that are as unpredictable as they are captivating.
"Pesach" stands out as a meditative exploration, its sparse instrumentation allowing space for reflection. The album culminates in "Gerico", a ten-minute epic that brings together the ensemble's full range, culminating in a crescendo that feels both chaotic and cathartic.
Throughout Sacro, Cigana challenges conventional musical structures, opting instead for a fluid approach that mirrors the unpredictability of spiritual experiences. The album's strength lies in its ability to evoke emotion without relying on traditional melodies or harmonies. It's an invitation to surrender, to become a "fine-eared" participant in a ritual that transcends time and space.
In a musical landscape often dominated by formulaic compositions, Sacro stands as a testament to the power of sound as a transformative force." Voto Camarretta, Chain DLK, 2025.

01 _ Mother’s Tongue 4:52
02 _ Ombakero Oruyaveze 4:37
03 _ Mantica 2:32
04 _ Mughetto Efedrina 4:52
05 _ Pesach 5:05
06 _ Simposio 3:58
07 _ Riposa 7:03
08 _ Gerico 10:34

(C) + (P) 2025
Francesco Cigana _ selected percussions _ conduction

Guests:
Nina Baietta _ voice (track 01)
Gli Antenori _ male choir (track 01)
Mirio Cosottini _ trumpet (track 08)

From the beautiful presentation by Cigana himself: "Sacro is Francesco Cigana's second solo album. Sacro represents the only possible continuation of Anaesthetic (Setola di Maiale 2019, see SM3950), its natural evolution and development.
A sound that forges itself, tries to articulate itself in an understandable material, in melodies, in cadences, in verses, and yet still escapes, rebels, resists, fragments.
And what for us is a carefree whistle elsewhere is a funeral praise, and there are instruments that destroy entire cities, toys that are bored divinities, synthetic sounds but made of glass and water, joyful orchestras of only two instruments, unleashed follies that are prayers, burning blessings and words that entrust their meaning to other times, other places, other worlds, submerged, forgotten, distant. It is the sacred that manifests itself, in its devastating force and madness, ineluctable, pure and more than cruel, because it does not know cruelty.
The realization of an inevitable event is perhaps one of the worst deceptions of our human condition. Paradoxically I try to play only music that I cannot avoid.
And who knows what you see, if you see, and what you hear, if you hear."

"(...) In Sacro, percussionist Francesco Cigana invites listeners into a realm where sound transcends mere auditory experience, becoming a conduit between the mortal and the divine. This album is not just a collection of tracks; it's a ritualistic journey that blurs the lines between music, spirituality, and existential inquiry.
Cigana, known for his explorations in acoustic improvisation, assembles an ensemble that includes vocalist Nina Baietta, the male choir Gli Antenori, and trumpeter Mirio Cosottini. Together, they craft a sonic tapestry that weaves together elements of free jazz, ritualistic chants, and avant-garde experimentation.
The album opens with "Mother's Tongue", a piece that sets the tone for the ensuing journey. Baietta's haunting vocals intertwine with percussive elements, creating an atmosphere that is both intimate and otherworldly. Tracks like "Ombakero Oruyaveze" and "Mughetto Efedrina" showcase Cigana's ability to manipulate rhythm and texture, leading listeners through landscapes that are as unpredictable as they are captivating.
"Pesach" stands out as a meditative exploration, its sparse instrumentation allowing space for reflection. The album culminates in "Gerico", a ten-minute epic that brings together the ensemble's full range, culminating in a crescendo that feels both chaotic and cathartic.
Throughout Sacro, Cigana challenges conventional musical structures, opting instead for a fluid approach that mirrors the unpredictability of spiritual experiences. The album's strength lies in its ability to evoke emotion without relying on traditional melodies or harmonies. It's an invitation to surrender, to become a "fine-eared" participant in a ritual that transcends time and space.
In a musical landscape often dominated by formulaic compositions, Sacro stands as a testament to the power of sound as a transformative force." Voto Camarretta, Chain DLK, 2025.

"(…) Tutti noi coltiviamo un’idea differenziata della sacralità e dell’aldilà. Il percussionista Francesco Cigana, per esempio, ve ne offre una di sacralità che è carica di mutamento e simbolismo. Nel suo nuovo solo (il secondo per Setola) intitolato idiomaticamente Sacro, Cigana utilizza una serie di espedienti e accorgimenti sonori che dovrebbero costituire reagenti utili per raggiungere la comprensione del divino o anche instaurare un legame invisibile con le persone care scomparse. In Sacro, Cigana ci vuole rendere consapevoli che la realtà sonora, nella sua piena completezza acustica e articolazione, può essere captata in diverso modo; un suono ridondante o il rumore di un qualsiasi oggetto raccolto nell’universo sonoro possono essere elementi di trasmutazione in ‘note’, ‘melodie’ o anfratti armonici, forgiando una comprensibilità estetica che può essere giudicata secondo criteri che riflettono una realtà interiore. Nelle note che accompagnano Sacro Cigana afferma senza indugio che “...quello che per noi è un fischio spensierato altrove è una lode funebre e ci sono strumenti che distruggono intere città, giocattoli che sono divinità annoiate, suoni sintetici ma fatti di vetro e acqua, orchestre gioiose di soli due strumenti, follie scatenate che sono preghiere, benedizioni ardenti e parole che affidano il loro significato ad altri tempi, altri luoghi, altri mondi, sommersi, dimenticati, lontani. È il sacro che si manifesta, nella sua forza devastante e nella sua follia, ineluttabile, puro e più che crudele, perché non conosce crudeltà...”.
In questa super poetica definizione del proprio lavoro Cigana ci fa capire che è possibile un transfert, qualcosa che implica l’importanza di un animismo tangibile in qualsiasi oggetto e della presenza di un ‘interlocutore’ divino, qualcuno che faccia da tramite tra i tutti i suoni e la comprensione dell’aldilà. Senza andare a scomodare sciamani e medium, per realizzare il transfert è necessario essere solo sensibili musicisti e scovare combinazioni musicali accettabili: su questo verte Sacro, 8 pezzi che incorporano una ricerca sonora sulle percussioni, fatta di tecnica estensiva e attenzione al suono, partendo dalle evoluzioni di spazzole ed oggetti rotanti sulla pelle di tamburi e rullanti, continuando con cimbali sospesi rotanti e largo uso di oggetti infantili (una sorta di massagiagengive, giochini in plastica, resti di filati di carta e fischietti), finendo a strutture metalliche altamente risonanti. L’apertura e chiusura del lavoro sono i momenti espliciti della linea filosofica di Cigana: infatti, in Mother’s Tongue, brano di apertura di Sacro, Cigana dispone una speciale conduction, con un coro maschile ‘puntato’ su un’armonia (gli Antenori) e la voce di Nina Baietta che pronuncia senza filo logico le frasi ‘il libro delle rose’ o ‘fare cyclette’ assieme ad una conta fino a 10; il finale è invece oggetto di sovrapposizioni della tromba di Mirio Cosottini; in entrambi in casi il messaggio subliminale è chiaro, le rose hanno un significato sacrale che, a seconda del loro colore e della tradizione religiosa corrisposta, risponde all’amore, alla purezza o alla devozione; il ‘fare cyclette’ è un modo per migliorare la resistenza fisica, così come contare fino a 10 è un esercizio che migliora la comprensione ma soprattutto serve per frenare l’impulsività; la tromba di Cosottini in Gerico è poi volontà di costruire una rigenerazione musicale, ridare una vista alla musica. E’ bellissimo ascoltare Cigana quando ammette un senso di ‘sottomissione’ della musica, una musica che è innegabilmente libera e spontanea.” Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2025.

01 _ Mother’s Tongue 4:52
02 _ Ombakero Oruyaveze 4:37
03 _ Mantica 2:32
04 _ Mughetto Efedrina 4:52
05 _ Pesach 5:05
06 _ Simposio 3:58
07 _ Riposa 7:03
08 _ Gerico 10:34

(C) + (P) 2025

SACRO

FRANCESCO CIGANA (Francesco Cigana, Nina Baietta, Gli Antenori, Mirio Cosottini)
Francesco Cigana _ percussioni selezionate _ conduzione

Ospiti:
Nina Baietta _ voce (brano 01)
Gli Antenori _ coro maschile (brano 01)
Mirio Cosottini _ tromba (brano 08)

Dalla bella presentazione dello stesso Cigana: "Sacro è il secondo disco in solo di Francesco Cigana. Sacro rappresenta l’unica continuazione possibile di Anaesthetic (Setola di Maiale 2019, vedi SM3950), la sua naturale evoluzione e sviluppo.
Suono che si forgia, cerca di articolarsi in una materia comprensibile, in melodie, in cadenze, in versi, eppure ancora sfugge, si ribella, resiste, si frammenta.
E quello che per noi è un fischiettio spensierato altrove è una lode funebre, e vi sono strumenti che abbattono città intere, giocattoli che sono divinità annoiate, suoni sintetici ma fatti di vetro e acqua, orchestre gioiose di solo due strumenti, follie scatenate che sono preghiere, benedizioni roventi e parole che affidano il proprio senso ad altri tempi, ad altri luoghi, altri mondi, sommersi, dimenticati, lontani. E’ il sacro che si manifesta, nella sua devastante forza e follia, ineluttabile, puro e più che crudele, perché non conosce la crudeltà.
Il realizzarsi di un evento inevitabile è forse uno degli inganni peggiori della nostra condizione umana. Paradossalmente cerco di suonare solo musica che non posso evitare.
E chissà tu cosa vedi, se vedi, e cosa senti, se senti."

“(…) Tutti noi coltiviamo un’idea differenziata della sacralità e dell’aldilà. Il percussionista Francesco Cigana, per esempio, ve ne offre una di sacralità che è carica di mutamento e simbolismo. Nel suo nuovo solo (il secondo per Setola) intitolato idiomaticamente Sacro, Cigana utilizza una serie di espedienti e accorgimenti sonori che dovrebbero costituire reagenti utili per raggiungere la comprensione del divino o anche instaurare un legame invisibile con le persone care scomparse. In Sacro, Cigana ci vuole rendere consapevoli che la realtà sonora, nella sua piena completezza acustica e articolazione, può essere captata in diverso modo; un suono ridondante o il rumore di un qualsiasi oggetto raccolto nell’universo sonoro possono essere elementi di trasmutazione in ‘note’, ‘melodie’ o anfratti armonici, forgiando una comprensibilità estetica che può essere giudicata secondo criteri che riflettono una realtà interiore. Nelle note che accompagnano Sacro Cigana afferma senza indugio che “...quello che per noi è un fischio spensierato altrove è una lode funebre e ci sono strumenti che distruggono intere città, giocattoli che sono divinità annoiate, suoni sintetici ma fatti di vetro e acqua, orchestre gioiose di soli due strumenti, follie scatenate che sono preghiere, benedizioni ardenti e parole che affidano il loro significato ad altri tempi, altri luoghi, altri mondi, sommersi, dimenticati, lontani. È il sacro che si manifesta, nella sua forza devastante e nella sua follia, ineluttabile, puro e più che crudele, perché non conosce crudeltà...”.
In questa super poetica definizione del proprio lavoro Cigana ci fa capire che è possibile un transfert, qualcosa che implica l’importanza di un animismo tangibile in qualsiasi oggetto e della presenza di un ‘interlocutore’ divino, qualcuno che faccia da tramite tra i tutti i suoni e la comprensione dell’aldilà. Senza andare a scomodare sciamani e medium, per realizzare il transfert è necessario essere solo sensibili musicisti e scovare combinazioni musicali accettabili: su questo verte Sacro, 8 pezzi che incorporano una ricerca sonora sulle percussioni, fatta di tecnica estensiva e attenzione al suono, partendo dalle evoluzioni di spazzole ed oggetti rotanti sulla pelle di tamburi e rullanti, continuando con cimbali sospesi rotanti e largo uso di oggetti infantili (una sorta di massagiagengive, giochini in plastica, resti di filati di carta e fischietti), finendo a strutture metalliche altamente risonanti. L’apertura e chiusura del lavoro sono i momenti espliciti della linea filosofica di Cigana: infatti, in Mother’s Tongue, brano di apertura di Sacro, Cigana dispone una speciale conduction, con un coro maschile ‘puntato’ su un’armonia (gli Antenori) e la voce di Nina Baietta che pronuncia senza filo logico le frasi ‘il libro delle rose’ o ‘fare cyclette’ assieme ad una conta fino a 10; il finale è invece oggetto di sovrapposizioni della tromba di Mirio Cosottini; in entrambi in casi il messaggio subliminale è chiaro, le rose hanno un significato sacrale che, a seconda del loro colore e della tradizione religiosa corrisposta, risponde all’amore, alla purezza o alla devozione; il ‘fare cyclette’ è un modo per migliorare la resistenza fisica, così come contare fino a 10 è un esercizio che migliora la comprensione ma soprattutto serve per frenare l’impulsività; la tromba di Cosottini in Gerico è poi volontà di costruire una rigenerazione musicale, ridare una vista alla musica. E’ bellissimo ascoltare Cigana quando ammette un senso di ‘sottomissione’ della musica, una musica che è innegabilmente libera e spontanea.” Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2025.

"(...) In Sacro, percussionist Francesco Cigana invites listeners into a realm where sound transcends mere auditory experience, becoming a conduit between the mortal and the divine. This album is not just a collection of tracks; it's a ritualistic journey that blurs the lines between music, spirituality, and existential inquiry.
Cigana, known for his explorations in acoustic improvisation, assembles an ensemble that includes vocalist Nina Baietta, the male choir Gli Antenori, and trumpeter Mirio Cosottini. Together, they craft a sonic tapestry that weaves together elements of free jazz, ritualistic chants, and avant-garde experimentation.
The album opens with "Mother's Tongue", a piece that sets the tone for the ensuing journey. Baietta's haunting vocals intertwine with percussive elements, creating an atmosphere that is both intimate and otherworldly. Tracks like "Ombakero Oruyaveze" and "Mughetto Efedrina" showcase Cigana's ability to manipulate rhythm and texture, leading listeners through landscapes that are as unpredictable as they are captivating.
"Pesach" stands out as a meditative exploration, its sparse instrumentation allowing space for reflection. The album culminates in "Gerico", a ten-minute epic that brings together the ensemble's full range, culminating in a crescendo that feels both chaotic and cathartic.
Throughout Sacro, Cigana challenges conventional musical structures, opting instead for a fluid approach that mirrors the unpredictability of spiritual experiences. The album's strength lies in its ability to evoke emotion without relying on traditional melodies or harmonies. It's an invitation to surrender, to become a "fine-eared" participant in a ritual that transcends time and space.
In a musical landscape often dominated by formulaic compositions, Sacro stands as a testament to the power of sound as a transformative force." Voto Camarretta, Chain DLK, 2025.

01 _ Mother’s Tongue 4:52
02 _ Ombakero Oruyaveze 4:37
03 _ Mantica 2:32
04 _ Mughetto Efedrina 4:52
05 _ Pesach 5:05
06 _ Simposio 3:58
07 _ Riposa 7:03
08 _ Gerico 10:34

(C) + (P) 2025
Francesco Cigana _ selected percussions _ conduction

Guests:
Nina Baietta _ voice (track 01)
Gli Antenori _ male choir (track 01)
Mirio Cosottini _ trumpet (track 08)

From the beautiful presentation by Cigana himself: "Sacro is Francesco Cigana's second solo album. Sacro represents the only possible continuation of Anaesthetic (Setola di Maiale 2019, see SM3950), its natural evolution and development.
A sound that forges itself, tries to articulate itself in an understandable material, in melodies, in cadences, in verses, and yet still escapes, rebels, resists, fragments.
And what for us is a carefree whistle elsewhere is a funeral praise, and there are instruments that destroy entire cities, toys that are bored divinities, synthetic sounds but made of glass and water, joyful orchestras of only two instruments, unleashed follies that are prayers, burning blessings and words that entrust their meaning to other times, other places, other worlds, submerged, forgotten, distant. It is the sacred that manifests itself, in its devastating force and madness, ineluctable, pure and more than cruel, because it does not know cruelty.
The realization of an inevitable event is perhaps one of the worst deceptions of our human condition. Paradoxically I try to play only music that I cannot avoid.
And who knows what you see, if you see, and what you hear, if you hear."

"(...) In Sacro, percussionist Francesco Cigana invites listeners into a realm where sound transcends mere auditory experience, becoming a conduit between the mortal and the divine. This album is not just a collection of tracks; it's a ritualistic journey that blurs the lines between music, spirituality, and existential inquiry.
Cigana, known for his explorations in acoustic improvisation, assembles an ensemble that includes vocalist Nina Baietta, the male choir Gli Antenori, and trumpeter Mirio Cosottini. Together, they craft a sonic tapestry that weaves together elements of free jazz, ritualistic chants, and avant-garde experimentation.
The album opens with "Mother's Tongue", a piece that sets the tone for the ensuing journey. Baietta's haunting vocals intertwine with percussive elements, creating an atmosphere that is both intimate and otherworldly. Tracks like "Ombakero Oruyaveze" and "Mughetto Efedrina" showcase Cigana's ability to manipulate rhythm and texture, leading listeners through landscapes that are as unpredictable as they are captivating.
"Pesach" stands out as a meditative exploration, its sparse instrumentation allowing space for reflection. The album culminates in "Gerico", a ten-minute epic that brings together the ensemble's full range, culminating in a crescendo that feels both chaotic and cathartic.
Throughout Sacro, Cigana challenges conventional musical structures, opting instead for a fluid approach that mirrors the unpredictability of spiritual experiences. The album's strength lies in its ability to evoke emotion without relying on traditional melodies or harmonies. It's an invitation to surrender, to become a "fine-eared" participant in a ritual that transcends time and space.
In a musical landscape often dominated by formulaic compositions, Sacro stands as a testament to the power of sound as a transformative force." Voto Camarretta, Chain DLK, 2025.

"(…) Tutti noi coltiviamo un’idea differenziata della sacralità e dell’aldilà. Il percussionista Francesco Cigana, per esempio, ve ne offre una di sacralità che è carica di mutamento e simbolismo. Nel suo nuovo solo (il secondo per Setola) intitolato idiomaticamente Sacro, Cigana utilizza una serie di espedienti e accorgimenti sonori che dovrebbero costituire reagenti utili per raggiungere la comprensione del divino o anche instaurare un legame invisibile con le persone care scomparse. In Sacro, Cigana ci vuole rendere consapevoli che la realtà sonora, nella sua piena completezza acustica e articolazione, può essere captata in diverso modo; un suono ridondante o il rumore di un qualsiasi oggetto raccolto nell’universo sonoro possono essere elementi di trasmutazione in ‘note’, ‘melodie’ o anfratti armonici, forgiando una comprensibilità estetica che può essere giudicata secondo criteri che riflettono una realtà interiore. Nelle note che accompagnano Sacro Cigana afferma senza indugio che “...quello che per noi è un fischio spensierato altrove è una lode funebre e ci sono strumenti che distruggono intere città, giocattoli che sono divinità annoiate, suoni sintetici ma fatti di vetro e acqua, orchestre gioiose di soli due strumenti, follie scatenate che sono preghiere, benedizioni ardenti e parole che affidano il loro significato ad altri tempi, altri luoghi, altri mondi, sommersi, dimenticati, lontani. È il sacro che si manifesta, nella sua forza devastante e nella sua follia, ineluttabile, puro e più che crudele, perché non conosce crudeltà...”.
In questa super poetica definizione del proprio lavoro Cigana ci fa capire che è possibile un transfert, qualcosa che implica l’importanza di un animismo tangibile in qualsiasi oggetto e della presenza di un ‘interlocutore’ divino, qualcuno che faccia da tramite tra i tutti i suoni e la comprensione dell’aldilà. Senza andare a scomodare sciamani e medium, per realizzare il transfert è necessario essere solo sensibili musicisti e scovare combinazioni musicali accettabili: su questo verte Sacro, 8 pezzi che incorporano una ricerca sonora sulle percussioni, fatta di tecnica estensiva e attenzione al suono, partendo dalle evoluzioni di spazzole ed oggetti rotanti sulla pelle di tamburi e rullanti, continuando con cimbali sospesi rotanti e largo uso di oggetti infantili (una sorta di massagiagengive, giochini in plastica, resti di filati di carta e fischietti), finendo a strutture metalliche altamente risonanti. L’apertura e chiusura del lavoro sono i momenti espliciti della linea filosofica di Cigana: infatti, in Mother’s Tongue, brano di apertura di Sacro, Cigana dispone una speciale conduction, con un coro maschile ‘puntato’ su un’armonia (gli Antenori) e la voce di Nina Baietta che pronuncia senza filo logico le frasi ‘il libro delle rose’ o ‘fare cyclette’ assieme ad una conta fino a 10; il finale è invece oggetto di sovrapposizioni della tromba di Mirio Cosottini; in entrambi in casi il messaggio subliminale è chiaro, le rose hanno un significato sacrale che, a seconda del loro colore e della tradizione religiosa corrisposta, risponde all’amore, alla purezza o alla devozione; il ‘fare cyclette’ è un modo per migliorare la resistenza fisica, così come contare fino a 10 è un esercizio che migliora la comprensione ma soprattutto serve per frenare l’impulsività; la tromba di Cosottini in Gerico è poi volontà di costruire una rigenerazione musicale, ridare una vista alla musica. E’ bellissimo ascoltare Cigana quando ammette un senso di ‘sottomissione’ della musica, una musica che è innegabilmente libera e spontanea.” Ettore Garzia, Percorsi Musicali, 2025.

01 _ Mother’s Tongue 4:52
02 _ Ombakero Oruyaveze 4:37
03 _ Mantica 2:32
04 _ Mughetto Efedrina 4:52
05 _ Pesach 5:05
06 _ Simposio 3:58
07 _ Riposa 7:03
08 _ Gerico 10:34

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