SCARTO
KLANG! (Andrea Massaria, Alessandro Seravalle, Stefano Giust)
CD digisleeve 6 pagine
Andrea ‘Anton Klang’ Massaria _ chitarra _ effetti
Alessandro ‘Karlheinz Lärm’ Seravalle _ elettronica
Stefano 'Edgard Schüsse' Giust _ batteria _ piatti _ percussione
'Musica d'avanguardia' registrata dal vivo durante il Festival Space Music - Musica Concreta nei giardini del Museo Sartorio di Trieste, il 10 luglio 2024. Il progetto è iniziato come duo di Massaria e Seravalle nell’album intitolato Klang! Catastrofe Del Vuoto Elettrodebole (vedi SM4720). In seguito il duo è diventato un trio stabile invitando Giust alla batteria e percussione. Magistralmente missato e masterizzato da Gian Pietro Seravalle presso lo studio GPS di Cervignano del Friuli.
Dalle note di copertina: «Produrre uno scarto significa prima di tutto aprire una breccia nelle abitudini percettive, in una situazione comunicativa stabilita, acquisita, rassicurante, normalizzata.» (Fausto Romitelli).
Continua Alessandro Seravalle: «Nell’idea di scarto è rintracciabile una componente terapeutica legata al “fare musica” (o arte in generale). L’opera, in modo certamente paradossale ma, proprio in virtù di questo, approssimantesi a una qualche verità, può essere interpretata come il “prodotto di scarto” di un’operazione di cura, l’esito secondario di un trattamento terapeutico, se si vuole una sorta di “effetto colla- terale” del farmaco. Inoltre, e mi rifaccio alla citazione romitelliana, lo scarto indica anche un cambiamento di direzione, uno spostamento di lato rispetto a qualcosa, segnatamente alla deriva lobotomizzante di troppa musica di consumo. Lo scarto simboleggia in questo caso il rifiuto (del resto quando si gioca a carte quelle che non servono si scartano) di compromettersi con la summenzionata e perniciosa deriva, l’attestarsi in una posizione marginale da cui porre in atto manovre di resistenza culturale.»
"(...) Esistono album musicali in cui l’attenzione per l’ascolto e l’immedesimarsi nel contesto è superiore alla media, non che tutti gli altri dischi vadano affrontati con superficialità, sia inteso, ma l’approccio per certa musica cosiddetta “impegnata” dai più, deve essere necessariamente elevato. Se si entra poi nel quadro sperimentale, qui la concentrazione deve rimanere ai massimi livelli Le sensazioni che scaturiscono all’ascolto, raggiungono lo scopo solamente quando si è coinvolti pienamente dentro il progetto.
Il complesso friulano denominato Klang!, si adopera nel trasporre sensazioni in suoni attraverso la ricerca sperimentale a tratti improvvisata, grazie alle capacità artistiche dei componenti già famosi nel campo della musica. In studio nel 2024, il chitarrista Andrea Massaria (qui con il soprannome Anton Klang in onore di Anton Webern con Klang che è “suono” in lingua tedesca), e il compositore elettronico Alessandro Seravalle (qui con il soprannome Karlheinz Lärm in onore di Karlheinz Stockhausen con Lärm che è “rumore” in lingua tedesca), rilasciano “Catastrofe Del Vuoto Elettrodebole”. In occasione della performance live del Festival Space Music adibita ai giardini del Museo Sartorio di Trieste, i Klang! diventano un trio stabile grazie all’innesto del batterista Stefano Edgard Schüsse Giust. Qui si esibiscono in un brano unico della durata di quarantacinque minuti immortalati in questo “Scarto”.
Ed ecco, per la suddetta immersione all’ascolto, il significato di “scarto” nella lettura chiave di Fausto Romitelli: “Produrre uno scarto significa innanzitutto aprire una breccia nelle abitudini percettive, in una situazione comunicativa consolidata, acquisita, rassicurante, normalizzata.”. Aggiungo che “scarto” è anche cambiamento di direzione, quella non convenzionale che apporta a un effetto collaterale del senso unitario delle cose. Un rifiuto alla cultura odierna, anzi, direi più uno schiaffo in cui infilzare la bandiera della resistenza culturale.
Gli strumenti si sfidano, si rincorrono, si lasciano e si riprendono, trasportando il significato di musica dentro un filone altamente sperimentale e ricercato, dove la realtà si frappone alla fantasia.
Il termine “musica sperimentale” fu coniato dal musicista John Cage nel 1955, e qui gli strumentisti sembrano averne fatto tesoro.
Sensazioni d’incomprensione melodica denotano una forte personalità caratteriale tendente tuttavia all’incontro, i suoni si ascoltano fra di loro scaturendo scenari impressionistici in cui la destabilizzazione lascia campo alla curiosità.
Metamorfosi d’intenti, giusti o sbagliati che siano, dettano la strada dello “scarto” fra dinamiche colorate e ricche di cambi d’umore. Dopo una prima parte che potrei definire “libera”, i musicisti s’immergono nel suono più pacato, rilasciando apparenti frangenti di quiete. Schegge di Psichedelia e Free Jazz si susseguono sempre sotto l’occhio vigile dell’elettronica di Seravalle.
Un consiglio, se posso permettermi, è quello di approcciare l’ascolto al buio e a volume alto, qui le sensazioni si amplificano interagendo con i nostri sensi.
“Scarto” è quindi un rifiuto di quello che la società di oggi ci impone, dove anche uno sbaglio può essere una scappatoia verso la ragione e la volontà di essere “individuo a se stante”. Il termine in questo periodo ha perso definitivamente il proprio significato. Una boccata d’aria nell’atavica Controcultura, conosciuta negli anni ’70 e sconosciuta in quest’era moderna. Un ritorno seppur parziale in cui perdersi e immedesimarsi, tutto questo grazie ai Klang!, per questo non finirò mai di ringraziarli." Massimo Salari, Nonsolo Progrock, 2025.
“(…) Il duo Andrea Massaria e Alessandro Seravalle diventa un trio con l’ingresso di Stefano Giust. Le dinamiche di rocambolesco, jazz ed elettroacustica si accentuano tanto da diventare un flusso di sfide triangolate, tra ipotesi di musiche originali e, appunto, scarto creativo che sfugge alle regole (del consumo), a funzioni e certezze. Scarto inteso sia come dribblare l’ovvio sia come rifiuto. Si cita Romitelli: “Produrre scarto significa prima di tutto aprire delle brecce nelle abitudini percettive”. Ci piace molto quando il deforme è placido e rilassato: la chitarra echeggia e spupazza il virtuosismo, l’elettronica gioca al minimo e diventa intossicazione e le percussioni rovistano con circospezione destando ancora più sospetti. Così si procede e c’è spazio per diventare un quarto attore di questo processo “marginale, da cui porre in atto manovre di resistenza culturale”. Chissà dal vivo. (7.5)” Dionisio Capuano, Blow Up 2025.
"(...) C’è chi fa musica per intrattenere. Chi per stupire. E poi ci sono i Klang!, che fanno musica per disarticolare. Per smontare certezze, per accendere crepe nel muro del già noto, per infilarsi proprio lì dove la comunicazione rassicurante si sgretola e l’abitudine sonora si fa silenzio, pausa, scarto.
Registrato dal vivo nella cornice sospesa e affascinante dei giardini del Museo Sartorio di Trieste, durante il Space Music – Musica Concreta Festival del luglio 2024, Scarto è un atto radicale. Un’unica lunga traccia di 45 minuti che scorre come un organismo imprevedibile, sempre in mutazione, tra impulsi elettrici e materici, tra fantasie rumoristiche e fendenti ritmici, tra cortocircuiti improvvisi e lampi di bellezza inattesa.
Il progetto Klang! nasce con il disco Catastrofe Del Vuoto Elettrodebole, frutto del sodalizio tra Andrea Massaria (chitarre) e Alessandro Seravalle (elettronica, composizione), alias Anton Klang e Karlheinz Lärm – due pseudonimi che sono dichiarazioni poetiche, omaggi alla musica colta e all’avanguardia. Con l’ingresso del batterista Stefano Edgard Schüsse Giust, Klang! diventa un trio stabile e sempre più imprevedibile, come dimostra questa prova live, cruda e coraggiosa, perfettamente modellata nel mix e mastering da Gian Pietro Seravalle al GPS studio.
Ascoltando Scarto, il brano che intitola il disco e che occupa tutto il lavoro (45,09 min.), ci si accorge presto che non si tratta solo di musica. O meglio, non di quella musica che ci è familiare. Qui il suono è linguaggio di resistenza. È arte che si sottrae, che devia, che – come scrive Seravalle nelle note – “rifiuta il compromesso con la deriva lobotomizzante della musica di consumo”. Il rifiuto diventa creazione. Il residuo si trasforma in verità. Lo scarto, come nei tarocchi, è la carta che cambia il gioco.
I tre strumenti si incrociano e si alternano, come se si rispondessero a vicenda, creando un dialogo teso e dinamico, dove ogni colpo è anche una carezza e ogni silenzio è pieno di significato. La batteria è il cuore irregolare, imprevedibile, pulsante. La chitarra, ora affilata come un bisturi, ora soffusa come un ricordo sbiadito. L’elettronica, vera anima cangiante, si fa tessuto connettivo ma anche detonatore di caos.
Il risultato è una musica che non cerca facili melodie, ma va dritta alla verità. Rifiuta l’armonia per abbracciare la tensione, destabilizzando l’ascolto e spingendolo a cercare qualcosa di nuovo. A tratti sembra di perdersi in una giungla sonora dove il tempo è fluido, in altri di trovarsi in una cattedrale dissonante, dove il vuoto è colmo di possibilità. C'è l’influenza del free jazz, della psichedelia, della musica concreta, ma anche un respiro futurista. E al centro di tutto, la volontà di comunicare senza bisogno di parole.
Un suggerimento spassionato: non approcciate Scarto con l’idea di “capirlo”. Non è un enigma da risolvere, ma un varco da attraversare.
Meglio lasciarsi prendere così com'è, senza troppe aspettative, con il volume alto per sentire ogni sfumatura. Non serve capire tutto, né cercare un senso preciso. A volte è proprio quando qualcosa sembra fuori posto che arriva un messaggio più profondo. Uno di quelli che ti restano dentro.
I Klang! non fanno musica da sottofondo. Fanno musica che ti chiede attenzione, che ti coinvolge. Scarto non è un disco facile, ma è proprio questo il bello: ti mette davanti a qualcosa di diverso, fuori dagli schemi. È un gesto di libertà, un modo per ricordarci che si può ancora fare arte senza seguire le mode. Una musica che ti scuote, ti confonde e, proprio per questo, ti fa pensare." Luca Redapolis, Redapolis Music Blog, 2025.
"(...) Scarto: écart, déchet, rebut, rejet, décalage, défausse, différence, scorie, fossé, élimination. Les notes de pochette citent Fausto Romitelli « Produire un écart (rebut, déchet, rejet etc…) signifie avant tout une brèche dans les habitudes perceptives, dans une situation communicative établie, acquise, rassurante, normalisée ». ( Traduit par mes soins, ayant moi-même étudié l’italien). Ensuite Alessandro Seravalle commente : Dans l’idée de Scarto, on peut retracer une composante thérapeutique liée au fait de « faire de la musique » (ou l’art en général). L’œuvre , de manière vraiment paradoxale mais, proprement en vertu de ceci, en se rapprochant d’une quelconque vérité, peut être interprétée comme un produit de « scarto » (écart, rebut, rejet, décalage etc…) d’une opération de soin (cura), l’issue secondaire d’un traitement thérapeutique, si il se veut une sorte d’effet collatéral du remède (farmaco). En outre, et je reprends la citation romitellienne, lo scarto (écart, rebut, rejet, décalage, etc…) indique un changement de direction, un déplacement sur le côté par rapport à quelque chose, particulièrement à la dérive lobotomisante de l’excès de musique consumériste. Lo scarto (écart, rebut, rejet, décalage, scorie, …) symbolise dans ce cas le refus (du reste quand on joue aux cartes, celles qui ne servent pas sont écartées – si scartano) de se compromettre avec la dérive susmentionnée et pernicieuse, se situer dans une position marginale par laquelle mettre en acte des manœuvres de résistance culturelle. Scarto , 45’09’’ occupe tout l’espace – temps du compact. Jouent : Andrea Massaria : guitar, fx pedalboard, Alessandro Seravalle : electronics, Stefano Giust : batterie, cymbales, percussions. Alessandro Seravalle s’était révélé comme un guitariste d’avant-garde. Lui et Andrea Massaria, sont déjà les auteurs d’une musique en duo : Klang ! Catastrofe del Vuoto Elettrodebole par Andrea Anton Klang Massaria et Alessandro Karlheinz Lärm Seravalle (Setola di Maiale SM 4720), un album de 2023 que je n’ai pu encore écouter. Le trio, lui s’intitule exactement Andrea Anton Klang Massaria Alessandro Karlheinz Lärm Seravalle Stefano Edgard Schüsse Giust. Andrea Massaria est un as de la guitare électronique avec un solide parcours, plusieurs fois mentionné très favorablement dans ces lignes tant avec la violoncelliste Clementine Gasser, le tromboniste Giancarlo Schiaffini Marcello Magliocchi, le pianiste Arrigo Cappelleti et pour son excellent album solo, New Needs, New Techniques. Quant à Stefano Giust, on l’a entendu avec Nicolà Guazzacola, Edoardo Maraffa, Gianni Gebbia, Gino Robair, Thollem McDonas et bon nombre d’autres collaborateurs qui ont défilé sur son extraordinaire label, Setola di Maiale et ses centaines de cd publiés. Mais trêve de considérations, venons au fait ! Voilà un album intéressant réalisé par un trio atypique dédié à l’improvisation totale électrique. La combinaison des talents de Massaria et Seravalle tombe sous le sens tant leurs sonorités électroniques se complètent, se distinguent et évoluent comme le vif-argent et un alliage inconnu qui se métamorphosent, s’agrègent, éclatent ou restent suspendues hors des forces de la gravitation. Bien sûr dans le kaléidoscope des effets électroniques d’Andrea Massaria, on reconnaît la présence du guitariste, le toucher des cordes auxquelles la technologie insuffle une dimension flottante, fantomatique voire irréelle. Mais plus loin, c’est un subtil guitariste destroy qui s’exprime avec des amalgames de sonorités trafiquées, manipulées, contorsionnées à l’extrême avec un étonnant contrôle de la qualité sonore. Il maîtrise très bien les paradigmes de son installation d’effets sans surjouer en créant suffisamment d’espaces et de blancs pour l’équilibre collectif du trio L’écoute attentive et la discrète présence d’esprit d’Alessandro Seravalle tire adroitement parti d’une large palette de sonorités mouvantes qui d’adaptent à merveille aux circonstances, à la dynamique et aux couleurs de cette guitare mystérieuse au point qu’elle s’unissent dans de curieuses harmonies indissolubles. Si Stefano Giust a pu marquer son public par la tonicité et la puissance de son jeu à la batterie, on le découvre ici sur son versant pointilliste, pointilleux et volatile, ses frappes successives étant « amorties » pour ne pas couvrir ses deux collègues . Généralement en matière de guitare , j’ai toujours préféré une archtop amplifiée en stéréo avec seulement deux pédales de volume (Derek Bailey) ou acoustique comme John Russell, Roger Smith ou encore la six cordes « couchée de Keith Rowe. Mais ce qui compte dans KLANG ! c’est la superbe dynamique du trio et cette effrénée recherche de sons, de timbres, d’amalgames de textures virevoltantes et de frictions. Au fil de l’écoute, cela devient surréel, authentiquement non-idiomatique, sincèrement intergalactique ou science-fictionnesque au point que le kraut – rock de vos grands-pères aurait aujourd’hui l’air ringard face à cet OVNI électro-acoustique. Une mention très réussi." Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-Improv and Sound, 2025.
"(...) De eerste telexberichten uit een onbekende dimensie stromen meteen binnen. Een actievolle introductie gecreëerd door sonisch debris dat als een verzameling onbeheerste projectielen rondzweeft en afstevent op de luisteraar. Welkom gedurende drie kwartier in het universum van gitarist Andrea Massaria, electronics wizard Alessandro Seravalle en drummer-percussionist Stefano Giust oftewel het trio Klang!.
‘Scarto’ is de registratie van een optreden op 10 juli 2024 tijdens het Festival Space Music in Trieste (Musica Concreta at Museao Sartorio’s Gardens). Centraal gegeven waarrond de drie improviseerden was de term “scarto” (hier in de betekenis van afval of rommel). Ze wierpen zich vooral op als beeldenstormers, een citaat van de veel te jong gestorven Italiaanse componist Fausto Romitelli indachtig (“Producing a waste means first of all opening a breach in perceptive habits, in an established, acquired, reassuring, normalized communicative situation”).
Verwacht u aan een karrenvracht paradoxen tussen acoustiscs en electronics. Zelf omschrijven ze hun muziek als therapeutisch met hetzelfde collateraal effect als van een drug. Ook te beschouwen als minimalistische en poëtische ambient voor gevorderden, boordevol subtiele verschuivingen met natuurlijk enkele verrassende maar gecontroleerde erupties. Sowieso ontwrichtend zoals steeds bij het Italiaanse label Setola Di Maiale dat grossiert in absolute improvisatie en “avant music” of “anti consumer music”. Georges Tonla Briquet, Jazz'Halo, 2025.
01 _ Scarto 45:09
(C) + (P) 2025
CD digisleeve 6 pages
Andrea ‘Anton Klang’ Massaria _ guitar _ fx pedalboard
Alessandro ‘Karlheinz Lärm’ Seravalle _ electronics
Stefano 'Edgard Schüsse' Giust _ drums _ cymbals _ percussion
'Avant music' recorded live during the Space Music - Musica Concreta Festival in the gardens of the Sartorio Museum in Trieste, on July 10, 2024. The project began as a duo of Massaria and Seravalle in the album entitled Klang! Catastrofe Del Vuoto Elettrodebole (see SM4720). Later the duo became a stable trio inviting Giust on drums and percussion. Masterfully mixed and mastered by Gian Pietro Seravalle at the GPS studio in Cervignano del Friuli.
From the liner notes: «Producing a waste means first of all opening a breach in perceptive habits, in an established, acquired, reassuring, normalized communicative situation.» (Fausto Romitelli).
Alessandro Seravalle continues: «In the idea of waste, a therapeutic component linked to "making music" (or art in general) can be traced. The work, in a way that is certainly paradoxical but, precisely because of this, approaching some truth, can be interpreted as the "waste product" of a healing operation, the secondary outcome of a therapeutic treatment, if you like a sort of "collateral effect" of the drug. Furthermore, and I refer to the Romitellian quote, the waste also indicates a change of direction, a shift to the side with respect to something, specifically the lobotomizing drift of too much consumer music. In this case, the waste symbolizes the refusal (after all, when playing cards, the ones that are not needed are discarded) to compromise oneself with the aforementioned and pernicious drift, to establish oneself in a marginal position from which to implement maneuvers of cultural resistance.»
"(...) There are musical albums in which the attention to listening and identifying with the context is above average, not that all other records should be approached superficially, be it understood, but the approach for certain music so-called “committed” by most, must necessarily be elevated. If one then enters the experimental framework, here the concentration must remain at the highest level The sensations that arise when listening, reach their purpose only when one is fully involved inside the project.
The Friulian ensemble called Klang!, strives in transposing sensations into sounds through experimental research at times improvised, thanks to the artistic abilities of the members already well-known in the field of music. In the studio in 2024, guitarist Andrea Massaria (here under the moniker Anton Klang in honor of Anton Webern with Klang being “sound” in German), and electronic composer Alessandro Seravalle (here under the moniker Karlheinz Lärm in honor of Karlheinz Stockhausen with Lärm being ‘noise’ in German), release “Catastrofe Del Vuoto Elettrodebole.”
On the occasion of the live performance of the Space Music Festival set in the gardens of the Museo Sartorio in Trieste, Klang! became a stable trio thanks to the grafting of drummer Stefano Edgard Schüsse Giust. Here they perform a unique piece lasting forty-five minutes immortalized in this “Discard.”
And here, for the aforementioned listening immersion, is the meaning of “discard” in Fausto Romitelli's key reading: “To produce a discard means first of all to open a breach in perceptive habits, in an established, acquired, reassuring, normalized communicative situation.” I would add that “discard” is also change of direction, the unconventional one that brings about a side effect of the unitary sense of things. A rejection to today's culture, indeed, I would say more of a slap in which to stick the flag of cultural resistance.
The instruments challenge each other, chase each other, leave each other and take each other back, transporting the meaning of music within a highly experimental and researched strand, where reality stands between reality and fantasy.
The term “experimental music” was coined by the musician John Cage in 1955, and here the instrumentalists seem to have treasured it.
Feelings of melodic incomprehension denote a strong character personality tending nevertheless to encounter, sounds listen to each other, triggering impressionistic scenarios in which destabilization gives way to curiosity.
Metamorphoses of intentions, whether right or wrong, dictate the path of “deviation” between colorful dynamics rich in mood changes. After a first part that I might call “free,” the musicians plunge into the more sedate sound, releasing apparent bangs of stillness. Splinters of Psychedelia and Free Jazz follow one another always under the watchful eye of Seravalle's electronics.
A piece of advice, if I may say so, is to approach listening in the dark and at high volume, here the sensations are amplified by interacting with our senses.
“Scarto” is thus a rejection of what today's society imposes on us, where even a mistake can be a loophole to reason and the will to be an “individual in its own right.” The term in this period has definitely lost its meaning. A breath of fresh air in the atavistic Counterculture, known in the 1970s and unknown in this modern era. An albeit partial return in which to lose oneself and identify with, all thanks to Klang!, for which I will never cease to thank them." Massimo Salari, Nonsolo Progrock, 2025.
"(...) Some make music to entertain. Others to amaze. And then there are Klang!, who make music to disarticulate. To dismantle certainties, to spark cracks in the wall of the already known, to slip right into the place where reassuring communication crumbles and sonic habit turns into silence, pause, deviation.
Recorded live in the suspended and captivating setting of the gardens of the Sartorio Museum in Trieste, during the Space Music – Musica Concreta Festival in July 2024, Scarto is a radical act. A single 45-minute track that flows like an unpredictable, ever-evolving organism—between electric and material impulses, noise-driven fantasies and rhythmic slashes, sudden short circuits and flashes of unexpected beauty.
The Klang! project was born with the album Catastrofe Del Vuoto Elettrodebole, the result of the creative partnership between Andrea Massaria (guitars) and Alessandro Seravalle (electronics, composition), aka Anton Klang and Karlheinz Lärm—two pseudonyms that are poetic statements, tributes to highbrow and avant-garde music. With the addition of drummer Stefano Edgard Schüsse Giust, Klang! became a stable and increasingly unpredictable trio, as this raw and courageous live performance shows—flawlessly shaped in the mix and mastering by Gian Pietro Seravalle at GPS Studio.
Listening to Scarto, it soon becomes clear that this is not just music. Or rather, not the kind of music we’re used to. Here, sound becomes a language of resistance. It is art that eludes, that deviates, that—as Seravalle writes in the liner notes—“refuses to compromise with the lobotomizing drift of consumer music.” Refusal becomes creation. Residue turns into truth. Scarto, like in tarot, is the card that changes the game.
The three instruments intertwine and alternate, as if answering each other, creating a tense and dynamic dialogue, where every hit is also a caress, and every silence is loaded with meaning. The drums are the irregular, unpredictable, pulsating heart. The guitar—at times sharp as a scalpel, at others soft as a faded memory. The electronics, the true chameleonic soul, become connective tissue but also a detonator of chaos.
The result is music that doesn't seek easy melodies, but cuts straight to the truth. It rejects harmony in favor of tension, destabilizing the listening experience and pushing it toward something new. At times, it feels like getting lost in a sonic jungle where time is fluid; at others, like standing in a dissonant cathedral where emptiness is filled with possibilities. There are echoes of free jazz, psychedelia, musique concrète, but also a futurist breath. And at the core of it all, the will to communicate without needing words.
A heartfelt suggestion: don’t approach Scarto with the idea of “understanding it.” It’s not a riddle to be solved, but a threshold to be crossed.
Better to let yourself be taken in as it is, without too many expectations, with the volume turned up to catch every nuance. You don’t need to grasp everything or seek a precise meaning. Sometimes, it’s exactly when something feels out of place that a deeper message comes through—one that stays with you.
Klang! don’t make background music. They make music that demands your attention, that draws you in. Scarto is not an easy album—but that’s the beauty of it: it confronts you with something different, off the grid. It’s a gesture of freedom, a reminder that art can still be made without following trends. Music that shakes you, confuses you, and precisely for that reason—makes you think." Luca Redapolis, Redapolis Music Blog, 2025.
"(...) Scarto: écart, déchet, rebut, rejet, décalage, défausse, différence, scorie, fossé, élimination. Les notes de pochette citent Fausto Romitelli « Produire un écart (rebut, déchet, rejet etc…) signifie avant tout une brèche dans les habitudes perceptives, dans une situation communicative établie, acquise, rassurante, normalisée ». ( Traduit par mes soins, ayant moi-même étudié l’italien). Ensuite Alessandro Seravalle commente : Dans l’idée de Scarto, on peut retracer une composante thérapeutique liée au fait de « faire de la musique » (ou l’art en général). L’œuvre , de manière vraiment paradoxale mais, proprement en vertu de ceci, en se rapprochant d’une quelconque vérité, peut être interprétée comme un produit de « scarto » (écart, rebut, rejet, décalage etc…) d’une opération de soin (cura), l’issue secondaire d’un traitement thérapeutique, si il se veut une sorte d’effet collatéral du remède (farmaco). En outre, et je reprends la citation romitellienne, lo scarto (écart, rebut, rejet, décalage, etc…) indique un changement de direction, un déplacement sur le côté par rapport à quelque chose, particulièrement à la dérive lobotomisante de l’excès de musique consumériste. Lo scarto (écart, rebut, rejet, décalage, scorie, …) symbolise dans ce cas le refus (du reste quand on joue aux cartes, celles qui ne servent pas sont écartées – si scartano) de se compromettre avec la dérive susmentionnée et pernicieuse, se situer dans une position marginale par laquelle mettre en acte des manœuvres de résistance culturelle. Scarto , 45’09’’ occupe tout l’espace – temps du compact. Jouent : Andrea Massaria : guitar, fx pedalboard, Alessandro Seravalle : electronics, Stefano Giust : batterie, cymbales, percussions. Alessandro Seravalle s’était révélé comme un guitariste d’avant-garde. Lui et Andrea Massaria, sont déjà les auteurs d’une musique en duo : Klang ! Catastrofe del Vuoto Elettrodebole par Andrea Anton Klang Massaria et Alessandro Karlheinz Lärm Seravalle (Setola di Maiale SM 4720), un album de 2023 que je n’ai pu encore écouter. Le trio, lui s’intitule exactement Andrea Anton Klang Massaria Alessandro Karlheinz Lärm Seravalle Stefano Edgard Schüsse Giust. Andrea Massaria est un as de la guitare électronique avec un solide parcours, plusieurs fois mentionné très favorablement dans ces lignes tant avec la violoncelliste Clementine Gasser, le tromboniste Giancarlo Schiaffini Marcello Magliocchi, le pianiste Arrigo Cappelleti et pour son excellent album solo, New Needs, New Techniques. Quant à Stefano Giust, on l’a entendu avec Nicolà Guazzacola, Edoardo Maraffa, Gianni Gebbia, Gino Robair, Thollem McDonas et bon nombre d’autres collaborateurs qui ont défilé sur son extraordinaire label, Setola di Maiale et ses centaines de cd publiés. Mais trêve de considérations, venons au fait ! Voilà un album intéressant réalisé par un trio atypique dédié à l’improvisation totale électrique. La combinaison des talents de Massaria et Seravalle tombe sous le sens tant leurs sonorités électroniques se complètent, se distinguent et évoluent comme le vif-argent et un alliage inconnu qui se métamorphosent, s’agrègent, éclatent ou restent suspendues hors des forces de la gravitation. Bien sûr dans le kaléidoscope des effets électroniques d’Andrea Massaria, on reconnaît la présence du guitariste, le toucher des cordes auxquelles la technologie insuffle une dimension flottante, fantomatique voire irréelle. Mais plus loin, c’est un subtil guitariste destroy qui s’exprime avec des amalgames de sonorités trafiquées, manipulées, contorsionnées à l’extrême avec un étonnant contrôle de la qualité sonore. Il maîtrise très bien les paradigmes de son installation d’effets sans surjouer en créant suffisamment d’espaces et de blancs pour l’équilibre collectif du trio L’écoute attentive et la discrète présence d’esprit d’Alessandro Seravalle tire adroitement parti d’une large palette de sonorités mouvantes qui d’adaptent à merveille aux circonstances, à la dynamique et aux couleurs de cette guitare mystérieuse au point qu’elle s’unissent dans de curieuses harmonies indissolubles. Si Stefano Giust a pu marquer son public par la tonicité et la puissance de son jeu à la batterie, on le découvre ici sur son versant pointilliste, pointilleux et volatile, ses frappes successives étant « amorties » pour ne pas couvrir ses deux collègues . Généralement en matière de guitare , j’ai toujours préféré une archtop amplifiée en stéréo avec seulement deux pédales de volume (Derek Bailey) ou acoustique comme John Russell, Roger Smith ou encore la six cordes « couchée de Keith Rowe. Mais ce qui compte dans KLANG ! c’est la superbe dynamique du trio et cette effrénée recherche de sons, de timbres, d’amalgames de textures virevoltantes et de frictions. Au fil de l’écoute, cela devient surréel, authentiquement non-idiomatique, sincèrement intergalactique ou science-fictionnesque au point que le kraut – rock de vos grands-pères aurait aujourd’hui l’air ringard face à cet OVNI électro-acoustique. Une mention très réussi." Jean-Michel Van Schouwburg, Orynx-Improv and Sound, 2025.
"(...) De eerste telexberichten uit een onbekende dimensie stromen meteen binnen. Een actievolle introductie gecreëerd door sonisch debris dat als een verzameling onbeheerste projectielen rondzweeft en afstevent op de luisteraar. Welkom gedurende drie kwartier in het universum van gitarist Andrea Massaria, electronics wizard Alessandro Seravalle en drummer-percussionist Stefano Giust oftewel het trio Klang!.
‘Scarto’ is de registratie van een optreden op 10 juli 2024 tijdens het Festival Space Music in Trieste (Musica Concreta at Museao Sartorio’s Gardens). Centraal gegeven waarrond de drie improviseerden was de term “scarto” (hier in de betekenis van afval of rommel). Ze wierpen zich vooral op als beeldenstormers, een citaat van de veel te jong gestorven Italiaanse componist Fausto Romitelli indachtig (“Producing a waste means first of all opening a breach in perceptive habits, in an established, acquired, reassuring, normalized communicative situation”).
Verwacht u aan een karrenvracht paradoxen tussen acoustiscs en electronics. Zelf omschrijven ze hun muziek als therapeutisch met hetzelfde collateraal effect als van een drug. Ook te beschouwen als minimalistische en poëtische ambient voor gevorderden, boordevol subtiele verschuivingen met natuurlijk enkele verrassende maar gecontroleerde erupties. Sowieso ontwrichtend zoals steeds bij het Italiaanse label Setola Di Maiale dat grossiert in absolute improvisatie en “avant music” of “anti consumer music”. Georges Tonla Briquet, Jazz'Halo, 2025.
“(…) Il duo Andrea Massaria e Alessandro Seravalle diventa un trio con l’ingresso di Stefano Giust. Le dinamiche di rocambolesco, jazz ed elettroacustica si accentuano tanto da diventare un flusso di sfide triangolate, tra ipotesi di musiche originali e, appunto, scarto creativo che sfugge alle regole (del consumo), a funzioni e certezze. Scarto inteso sia come dribblare l’ovvio sia come rifiuto. Si cita Romitelli: “Produrre scarto significa prima di tutto aprire delle brecce nelle abitudini percettive”. Ci piace molto quando il deforme è placido e rilassato: la chitarra echeggia e spupazza il virtuosismo, l’elettronica gioca al minimo e diventa intossicazione e le percussioni rovistano con circospezione destando ancora più sospetti. Così si procede e c’è spazio per diventare un quarto attore di questo processo “marginale, da cui porre in atto manovre di resistenza culturale”. Chissà dal vivo. (7.5)” Dionisio Capuano, Blow Up 2025.
01 _ Scarto 45:09
(C) + (P) 2025