LA CITTÀ È PICCOLA DI NOTTE E MI SENTO UN CANE
GIUSEPPE MARIANI / VITO MARIA LAFORGIA / STEFANO GIUST
SOLD OUT
Giuseppe Mariani _ tromba _ laptop
Vito Maria Laforgia _ contrabbasso
Stefano Giust _ batteria
Musica improvvisata radicale, contemporanea, registrata in studio a Bari nel 2003 e pubblicata come coproduzione tra Setola di Maiale e AFK Records, etichetta pugliese di musica improvvisata.
"(...) Ecco qua un ottimo cd di avant jazz italiano." E.G., Sands-zine, maggio 2004.
"(...) Il Miles Davis più incantato dall'universo elettrico/elettronico illumina l'orizzonte di Giuseppe Mariani: alle sue note centellinate (spesso filtrate su eco dal sapore vintage) si costruisce un'impalcatura scarna plasmata dagli accompagnamenti ritmici dilatati di Stefano Giust, dalle fratture disegnate dal contrabbasso di Vito Laforgia e dall'elettronica di disturbo sempre di Mariani. Nel complesso un ambito, quello più strettamente jazzistico, in cui i musicisti si trovano certamente più a proprio agio, rispetto alle tortuose strade dell'improvvisazione senza rete, spesso resa ancor più erta e spinosa dal disinvolto uso di manipolazioni e trattamenti del suono. Lo scheletro di questa città è assolutamente essenziale, forse fin troppo nudo per un trio che, se non fosse per qualche evidenza di modernità, potrebbe riportarci, per una quasi standardizzata visione delle alternanze tutti/solo, a certi set semi-improvvisativi post-free. I tre sembrano comunque voler continuare a mantenere l'indecisione tra elettronica con forte connotazione jazzistica e jazz con computer accesi. Entrambi i casi li situano in un limbo sperimentale da cui continuano a uscire idee radicali, spesso suggestive, sempre stimolanti." Michele Coralli, altremusiche.it, 2004.
"(...) Mariani, Laforgia, Giust confezionano con questo disco un lavoro scuro, scuro per il mood violentemente cinematografico che si respira, come se avessero suonato con una proiezione che scorre alle loro spalle del Pasto Nudo: spira un sottile venticello isterico che trova adeguato sfogo nel contrabbasso ripetitivo della violenta Crash che potrebbe esser dritta indicativa per nuove tarature della bussola, venticelli ostili dicevamo; vapori sottili ed inebrianti di marca Art Ensemble of Chicago o se si preferisce mazzate sparse a piene mani di frammenti sonori prossimi all'inventiva della Free Music Production. Si preferisce l'accumulo di energie piuttosto che il rilascio. Il brano "Non Dire Nulla" è sublime gioco ad incastri fra sezione ritmica e tromba che propone anche dotte e taglienti propensioni quasi Nuova Consonanza, dove tutta l'energia accumulata sfoca lenta in un gioco minimale di echi che si perdono nel nulla. Ok ragazzi, ci avevate conquistato precedentemente, ora la conferma. Fate in modo che dischi come questo non li comprino sempre le solite quattro persone: gettate un pò dei vostri soldini da queste parti...". M. Carcasi, kathodik.it, 2004.
"(...) Un lavoro breve e curato nei dettagli. Già dall'inizio i tre musicisti mostrano unità d'intenti e chiarezza di idee: strappi armonici, sterzate ritmiche, fondali scuri e minacciosi. "Crash" gioca la carta ornettiana, con il contrabbasso palpitante e sontuoso a tirare le fila; "Se il giorno e muto" è un affannoso corpo a corpo tra l'uomo e la macchina; "Insonne, d'estate alla finestra" è un profluvio di idee, sempre in bilico tra tensione e distensione. Tre musicisti davvero ispirati." Pierpaolo Faggiano, All About Jazz, 2004.
"(...) Le illusioni-disillusioni 'politiche' di Questi Luoghi appartengono alla stessa anima che qui, nel trio che vede Vito Maria Laforgia e Giuseppe Mariani in compagnia del nordico Stefano Giust, risuona di torva plumbea insonnia. Le atmosfere sono prossime a Miles Mix Files e ad Afrika Metropolitaine, con risonanze metalloidi che ne fanno un albo cupo. La musica vi farà 'sentire a pelle' cosa significa Risveglio Guasto o Se il Giorno è Muto. In questa straordinaria corrispondenza tra parola e suono, la tromba riprocessata di Mariani è la miglior voce d'alienazione che si può dare al titolo-status esistenziale Insonne, d'Estate alla Finestra. Se la proiezione è free, i modelli rimangono quelli del post bop (Crash possiede un lirismo mingusiano) e l'improvvisaziane è scelta sintattica più che di linguaggio. In questa maniera, mentre partecipa dal di dentro al collassamento del naturalismo dialogico, "La Città..." diviene specchio della perdita di umanità, del fallimento dell'alba. Ma non suona come una capitolazione, semmai come denuncia, avvertimento emotivo." Dionisio Capuano, Blow Up 76.
"(...) Registrata in Puglia il 24 maggio (l’anno non è precisato forse di proposito per connotare tutt’altro), giunge la musica acre e gelida di un trio che fa un’uso discreto (solo quantitativamente) dell’elettronica su un’espressione che può dirsi ispirata a tratti a quella di Coleman: nei temi scarni cui i riverberi conferiscono velocità e nel modo in cui nascono e vivono le sortite solistiche della tromba di Giuseppe Mariani, dosate con economia e senso architettonico". Giuseppe Dalla Bona, Musica Jazz
"(...) Etrange combinaison que ce trio d’improvisateurs italiens, en raison surtout de la sonorità de la trompette de Mariani qu’il trasforme grace à l’électronique dans le morceau introductif. On pense d’emblée à Leo Smith, ancore plus présent dans le second titre, Crash, où Mariani dèveloppe un jeu haché et mélodique à la fois. Puis la trombette se fait grommeleuse dans Se il giorno è muto, avec une basse frotte et un jeu de batterie centré su le cymbales. Dans Non dire nulla, le trombettiste utilise la chambre d’écho, multoplie les notes en cascades et replays, alors que la contrebasse ch’ante et haléte. Mais ces quatre pièces ne représent qu’à peine dix-huit minutes, soit la moitié de ce disque trop court. La dernière pièce, Insonne,d’estate alla finestra, occupe le reste de l’album, où enfin l’on se sent moin frustré par une exposition permettent à la pièce une expression complète, sabs cette restrictive impression de dèroulement. La contrebbasse tient un ròle quasi primordial, notamene au milieu de la pièce, par un discours extremement loquace et particulièerment parlant, sur le fil du rasoir, en dècalage avec la trmpette de nouveau passe à la moulinette électronique. Encore un bel exemple de la vivacité de la scène improvisée italienne, qui ne s’embarrasse ni de folklore ni de fioritures pour nous exposer un travail passionnant". Philippe Renaud, Improjazz Magazine.
01 _ Risveglio guasto 6:29
02 _ Crash 5:37
03 _ Se il giorno è muto 3:18
04 _ Non dire nulla 2:34
05 _ Insonne, d'estate alla finestra 17:40
(C) + (P) 2003
SOLD OUT
Giuseppe Mariani _ trumpet _ laptop
Vito Maria Laforgia _ doublebass
Stefano Giust _ drums
Free improvised trio music and electronics. Recorded in Noci, Bari 2003.
"(...) Etrange combinaison que ce trio d’improvisateurs italiens, en raison surtout de la sonorità de la trompette de Mariani qu’il trasforme grace à l’électronique dans le morceau introductif. On pense d’emblée à Leo Smith, ancore plus présent dans le second titre, Crash, où Mariani dèveloppe un jeu haché et mélodique à la fois. Puis la trombette se fait grommeleuse dans Se il giorno è muto, avec une basse frotte et un jeu de batterie centré su le cymbales. Dans Non dire nulla, le trombettiste utilise la chambre d’écho, multoplie les notes en cascades et replays, alors que la contrebasse ch’ante et haléte. Mais ces quatre pièces ne représent qu’à peine dix-huit minutes, soit la moitié de ce disque trop court. La dernière pièce, Insonne,d’estate alla finestra, occupe le reste de l’album, où enfin l’on se sent moin frustré par une exposition permettent à la pièce une expression complète, sabs cette restrictive impression de dèroulement. La contrebbasse tient un ròle quasi primordial, notamene au milieu de la pièce, par un discours extremement loquace et particulièerment parlant, sur le fil du rasoir, en dècalage avec la trmpette de nouveau passe à la moulinette électronique. Encore un bel exemple de la vivacité de la scène improvisée italienne, qui ne s’embarrasse ni de folklore ni de fioritures pour nous exposer un travail passionnant". Philippe Renaud, Improjazz Magazine.
"(...) Ecco qua un ottimo cd di avant jazz italiano." E.G., Sands-zine, maggio 2004.
"(...) Il Miles Davis più incantato dall'universo elettrico/elettronico illumina l'orizzonte di Giuseppe Mariani: alle sue note centellinate (spesso filtrate su eco dal sapore vintage) si costruisce un'impalcatura scarna plasmata dagli accompagnamenti ritmici dilatati di Stefano Giust, dalle fratture disegnate dal contrabbasso di Vito Laforgia e dall'elettronica di disturbo sempre di Mariani. Nel complesso un ambito, quello più strettamente jazzistico, in cui i musicisti si trovano certamente più a proprio agio, rispetto alle tortuose strade dell'improvvisazione senza rete, spesso resa ancor più erta e spinosa dal disinvolto uso di manipolazioni e trattamenti del suono. Lo scheletro di questa città è assolutamente essenziale, forse fin troppo nudo per un trio che, se non fosse per qualche evidenza di modernità, potrebbe riportarci, per una quasi standardizzata visione delle alternanze tutti/solo, a certi set semi-improvvisativi post-free. I tre sembrano comunque voler continuare a mantenere l'indecisione tra elettronica con forte connotazione jazzistica e jazz con computer accesi. Entrambi i casi li situano in un limbo sperimentale da cui continuano a uscire idee radicali, spesso suggestive, sempre stimolanti." Michele Coralli, altremusiche.it, 2004.
"(...) Mariani, Laforgia, Giust confezionano con questo disco un lavoro scuro, scuro per il mood violentemente cinematografico che si respira, come se avessero suonato con una proiezione che scorre alle loro spalle del Pasto Nudo: spira un sottile venticello isterico che trova adeguato sfogo nel contrabbasso ripetitivo della violenta Crash che potrebbe esser dritta indicativa per nuove tarature della bussola, venticelli ostili dicevamo; vapori sottili ed inebrianti di marca Art Ensemble of Chicago o se si preferisce mazzate sparse a piene mani di frammenti sonori prossimi all'inventiva della Free Music Production. Si preferisce l'accumulo di energie piuttosto che il rilascio. Il brano "Non Dire Nulla" è sublime gioco ad incastri fra sezione ritmica e tromba che propone anche dotte e taglienti propensioni quasi Nuova Consonanza, dove tutta l'energia accumulata sfoca lenta in un gioco minimale di echi che si perdono nel nulla. Ok ragazzi, ci avevate conquistato precedentemente, ora la conferma. Fate in modo che dischi come questo non li comprino sempre le solite quattro persone: gettate un pò dei vostri soldini da queste parti...". M. Carcasi, kathodik.it, 2004.
"(...) Un lavoro breve e curato nei dettagli. Già dall'inizio i tre musicisti mostrano unità d'intenti e chiarezza di idee: strappi armonici, sterzate ritmiche, fondali scuri e minacciosi. "Crash" gioca la carta ornettiana, con il contrabbasso palpitante e sontuoso a tirare le fila; "Se il giorno e muto" è un affannoso corpo a corpo tra l'uomo e la macchina; "Insonne, d'estate alla finestra" è un profluvio di idee, sempre in bilico tra tensione e distensione. Tre musicisti davvero ispirati." Pierpaolo Faggiano, All About Jazz, 2004.
"(...) Le illusioni-disillusioni 'politiche' di Questi Luoghi appartengono alla stessa anima che qui, nel trio che vede Vito Maria Laforgia e Giuseppe Mariani in compagnia del nordico Stefano Giust, risuona di torva plumbea insonnia. Le atmosfere sono prossime a Miles Mix Files e ad Afrika Metropolitaine, con risonanze metalloidi che ne fanno un albo cupo. La musica vi farà 'sentire a pelle' cosa significa Risveglio Guasto o Se il Giorno è Muto. In questa straordinaria corrispondenza tra parola e suono, la tromba riprocessata di Mariani è la miglior voce d'alienazione che si può dare al titolo-status esistenziale Insonne, d'Estate alla Finestra. Se la proiezione è free, i modelli rimangono quelli del post bop (Crash possiede un lirismo mingusiano) e l'improvvisaziane è scelta sintattica più che di linguaggio. In questa maniera, mentre partecipa dal di dentro al collassamento del naturalismo dialogico, "La Città..." diviene specchio della perdita di umanità, del fallimento dell'alba. Ma non suona come una capitolazione, semmai come denuncia, avvertimento emotivo." Dionisio Capuano, Blow Up 76.
"(...) Registrata in Puglia il 24 maggio (l’anno non è precisato forse di proposito per connotare tutt’altro), giunge la musica acre e gelida di un trio che fa un’uso discreto (solo quantitativamente) dell’elettronica su un’espressione che può dirsi ispirata a tratti a quella di Coleman: nei temi scarni cui i riverberi conferiscono velocità e nel modo in cui nascono e vivono le sortite solistiche della tromba di Giuseppe Mariani, dosate con economia e senso architettonico". Giuseppe Dalla Bona, Musica Jazz
01 _ Risveglio guasto 6:29
02 _ Crash 5:37
03 _ Se il giorno è muto 3:18
04 _ Non dire nulla 2:34
05 _ Insonne, d'estate alla finestra 17:40
(C) + (P) 2003